L'alternativa liberista in Italia. Crisi di fine secolo, antiprotezionismo e finanza democratica nei liberisti radicali (1898-1904)
Il volume ha per oggetto la vasta e articolata azione sviluppata dai 'radico-liberisti', corrente minoritaria ed eterodossa del radicalismo politico italiano, al fine di pervenire ad una compiuta democratizzazione del sistema politico e istituzionale tra '800 e '900. Snodandosi tra la crisi di fine secolo e la conclusione dei trattati commerciali con gli imperi centrali nella metà del primo decennio del Novecento, esso prende in esame la concezione dell'evoluzione sociale ed il rapporto governo-governati dei liberisti radicali, la riforma tributaria e doganale da essi avanzata, chiave di volta del progetto di trasformazione democratica delle istituzioni, nonché i tentativi di definire su tale impianto programmatico un'alleanza con le altre forze dell'Estrema Sinistra; radicali, socialisti e repubblicani. Nella loro elaborazione però i liberisti radicali, se non per alcuni versi Pantaleoni, non giunsero mai a teorizzare la necessità di adottare un completo 'laissez-faire', inteso come diffidenza assoluta e pregiudiziale nei confronti dell'intervento dei poteri pubblici in materia economica. Loro preoccupazione costante fu invece che tale intervento perseguisse sempre gli interessi generali senza piegarsi a trattamenti di favore a beneficio di ristretti gruppi di pressione. Ma il tentativo di creare una maggioranza di governo fondata sull'alleanza tra interessi agricoli legati all'esportazione e la non meglio specificata galassia dei salariati-consumatori sarebbe fallito negli anni del primo 'take-off' industriale italiano.
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