Il libertarismo. La teoria, gli autori, le politiche
Sulle radici della tradizione liberale classica, contaminata con l'anarchisino individualista americano, intorno agli anni Sessanta del Novecento negli Stati Uniti viene edificandosi una nuova teoria politica che conduce alle estreme conseguenze il liberalismo individualista dei due secoli precedenti. Questa teoria è il libertarismo. Concependo la libertà come 'assenza di aggressione', il 'libertarianism' sviluppa, e colloca in un contesto logicamente più coerente, la libertà 'negativa' dei liberali. Il concetto di libertà adottato prefigura un assetto sociale in cui devono essere garantiti tutti gli scambi e le relazioni consensuali e volontari. Una simile istanza si traduce nella difesa delle libertà sia civili che economiche e nell'avversione allo statalismo e al collettivismo. Coniugando antiproibizionismo e tutela intransigente della proprietà e del libero mercato, i libertari mettono in discussione e ridefiniscono le categorie interpretative dominanti nel pensiero politico contemporaneo. L'opera propone per la prima volta in Italia una rassegna completa della teoria libertaria nei suoi vari approcci metodologici e nelle sue diverse ispirazioni filosofiche. L'autore, dopo aver esaminato la dottrina negli aspetti generali, distingue le varie correnti che la compongono (oggettivista, giusnaturalista, neokantiana, utilitarista. positivista, contrattualista), i diversi esiti politici in essa coesistenti (anarco-capitalismo, minarchismo) e le politiche concrete che ne derivano.
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