Hydra mystica. Con la ristampa della traduzione italiana del 1761
Non sempre reperibili nelle biblioteche pubbliche, l'"Hydra mystica" (1691) e la relativa traduzione italiana del 1761, sono sfuggite all'attenzione degli interpreti, dopo i noti, benemeriti interventi di Croce e Garin, di Badaloni e Quondam. I testi che qui si presentano e le relative pagine del curatore non rientrano nel programma di edizione critica da altri promesso e, in parte, avviato. Essi si tengono, invece, nei limiti assai circoscritti di uno studio che dal "Dialogus" del 1691 si volge alle "Orationes", alle "Origines" e alle "Tragedie", per illuminare una complessa e originale trama argomentativa, non sempre deterministicamente orientata verso Vico, perché in autonomo dialogo con alcune delle tematiche centrali della cultura meridionale di fine '600: crisi dello sperimentalismo investigante e ripresa metafisica; lezione platonico-neoplatonica e cartesianesimo attivo nella versione di Malebranche; mentalismo, 'filosofia della luce' e programma di riforma pedagogico-politica; antiprobabilismo e partecipazione al giansenismo francese. Al centro di tale orizzonte problematico si colloca l'interesse graviniano per le origini dell'umana storia della 'religio' in sintonia con le moderne proposte di riforma etico-religiosa e di polemico abbandono della decadente 'casistica' gesuitica.
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