Le costituzioni anglosassoni e l'Europa. Riflessi e dibattito tra '800 e '900
Nel corso del XIX secolo il passaggio dall'assolutismo ai governi costituzionali nell'Europa continentale è accompagnato quasi sempre dal riferimento all'esempio inglese, ma quasi sempre avviene a partire da presupposti politico-giuridici molto diversi, se non con esso incompatibili. Il costituzionalismo britannico - a cui tra '800 e '900 in varie fasi si sovrappone l'altro grande modello anglosassone, quello americano - entra così nella cultura europea attraverso una rete quasi inestricabile di assimilazioni e fraintendimenti, di interpretazioni complessive ed applicazioni particolari, di imitazione e differenziazione. Sarà poi il confronto novecentesco tra democrazie e totalitarismi, e successivamente l'esito della II Guerra mondiale, a portare una rinnovata energia espansiva dei modelli costituzionali anglosassoni, soprattutto di quello statunitense. Questa energia si rifletterà profondamente sull'attività costituente e sul dibattito politico-culturale in paesi come l'Italia e la Germania, e parimenti sul processo di costruzione delle istituzioni comunitarie europee. Ma susciterà ulteriori problemi nell'adattamento a contesti profondamente diversi. Problemi che restano tuttora aperti, e che questo volume intende contribuire ad affrontare offrendo una prima mappa storiografica dell'influsso anglosassone sugli ordinamenti europei negli ultimi due secoli.
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