Al tramonto di un impero
Il 13 ottobre del 1815 Gioacchino Murat viene fucilato nel castello di Pizzo in Calabria, dopo un disperato tentativo di riconquistare il trono di Napoli. Su quel trono Gioacchino si è seduto nel momento in cui Napoleone è nel punto più alto della sua parabola e da quel trono egli accompagna il progressivo declino e il tramonto del suo Impero, comprendendo sempre più acutamente quanto l'egemonia imposta da Napoleone all'Europa fosse - anche per chi voleva essergli il più leale sostegno - la ragione profonda della catastrofe che si annunciava. Di quel tramonto, visto e vissuto da Napoli, questo libro offre oggi una suggestiva ricostruzione, sulla base di un ricchissimo materiale documentario in larga parte inedito. Murat non vi appare - come troppo spesso si è insistito a credere - il traditore dell'uomo che lo aveva fatto re e neppure il coraggioso uomo d'arme privo di ogni capacità politica. A distanza di duecento anni quella fine, tragica e gloriosa al tempo stesso appare, piuttosto, la naturale conclusione della vita di un uomo che come pochi seppe capire e si trovò ad interpretare le contraddizioni del mondo napoleonico e a intuirne - nel suo disegno dell'Italia unita - lo straordinario modello ideale e politico che vi avrebbero scorto le generazioni successive.
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