Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna (1941-1946)

Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna (1941-1946)

Tra il 1941 e il 1946 più di 155.000 italiani furono detenuti in Gran Bretagna in veste di prigionieri di guerra. Trasferiti nella madrepatria britannica dai fronti africani per essere impiegati come contadini, con il passare del tempo gli italiani furono adibiti agli impieghi più svariati e, soprattutto dopo l'armistizio del settembre 1943, a lavori direttamente connessi all'economia di guerra. Nel lungo arco temporale della permanenza nel Regno Unito, lo status di prigionieri di guerra attribuito agli italiani non fu mai modificato e a nulla valsero l'armistizio, la cobelligeranza, la stessa opzione di cooperazione allo sforzo bellico alleato e addirittura la fine della guerra. Disprezzati dai detentori e dalla popolazione, trascurati dai governi postfascisti italiani, i prigionieri furono rimpatriati solo quando, dal 1945 inoltrato, i britannici poterono sostituire la manodopera da essi fornita con quella garantita dai prigionieri tedeschi, ma non prima di aver terminato l'ennesimo raccolto di barbabietole da zucchero.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Stefano Luconi

Dopo un lento avvio negli anni Ottanta del Novecento (cfr. I militari italiani internati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, a cura di Nicola Della Santa, Firenze, Giunti, 1986; Flavio Giovanni Conti, I prigionieri di guerra italiani (1940-1945), Bologna, il Mulino, 1986), la storiografia su quel particolare tipo di migrazione italiana coatta che fu la deportazione dei prigionieri di guerra durante il secondo conflitto mondiale ha avuto uno sviluppo considerevole nell’ultimo decenni...

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