Sviluppo economico, innovazione e politica sociale. Secoli XIX-XX
Il significato ristretto del termine "sociale", riferito alla condizione dei lavoratori agli inizi della industrializzazione, ha visto allargarsi il campo. Applicato in origine ai problemi del lavoro, si è esteso per comprendere una solidarietà collettiva a profitto di malati, famiglie, persone anziane, e tende oggi a coprire una gamma di questioni che si riferiscono al consumo, al quadro della vita, al modo di vita. Questa costatazione _ scrive Demarco _ ci induce a ritenere che la dimensione sociale dei problemi si è estesa con l'apparire di un nuovo modo di produzione. Il quale, introducendo dei cambiamenti sempre più importanti nella società preesistente, provoca dei movimenti sociali e fa sorgere dei problemi la cui soluzione richiede l'intervento della collettività organizzata. L'autore muove da una analisi delle origini dello sviluppo economico e delle sue contraddizioni, l'uno e le altre calati nella realtà storica. Si spiegano così due scritti: uno sui problemi sociali del XIX secolo, e l'altro sui movimenti operai e depressione economica dal 1929 al 1939. Egli mette in giusto rilievo l'aspetto sociale delle istituzioni comunitarie. Si sofferma sulla innovazione tecnica che ha avuto un ruolo fondamentale nei processi di sviluppo economico e nell'industria siderurgica dal 1952 al 1969, con considerazione su casi concreti. Per rendersi conto di questa metamorfosi Demarco traccia il profilo storico della politica sociale (Welfare State), dai tempi lontani a oggi.
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