Arthur Evans. Un archeologo inglese in Italia e Sicilia alla fine dell'Ottocento
Arthur Evans (1851-1941) deve la sua celebrità agli scavi archeologici che condusse a Cnosso, nell'isola di Creta, dove dal 1900 portò alla luce il palazzo che la tradizione vuole fosse la reggia di Minosse. Prima delle esplorazioni cretesi, tuttavia, lo studioso inglese trascorse un intenso periodo nei Balcani (1875-1882) e dal 1884 effettuò viaggi ed esplorazioni di notevole importanza in Italia ed in Sicilia. Rientrato in Inghilterra e divenuto curatore dell'Ashmolean Museum di Oxford nel 1884, Evans frequentò a lungo l'Italia e la Sicilia alla ricerca di reperti archeologici per le collezioni del museo inglese, accompagnando il suocero, Edward Freeman, che si occupava della stesura di una monumentale opera sulla Sicilia antica. Sulla base di lettere e documenti (anche inediti), si rimarca l'importanza delle esplorazioni condotte dall'archeologo inglese in Italia, delle quali si presenta una prima trattazione complessiva ed organica: si tratta di esperienze che segnarono profondamente Evans dal punto di vista umano e che in qualche misura influirono anche sulla sua successiva attività scientifica. Partendo dai rapporti che il padre, John Evans, intrattenne con studiosi italiani, si prende in esame la rete di conoscenze che Arthur Evans ebbe con colleghi in Italia e si esaminano le ricerche condotte dallo studioso in specie a Taranto ed in Sicilia: la scoperta di ceramica micenea in alcune tombe dell'area siracusana (indagate da P. Orsi) colpì particolarmente Evans, che, in seguito alla morte della moglie, avvenuta in Liguria nel 1893, abbandonò i suoi interessi scientifici italiani, dedicando da quel momento le sue maggiori energie nello studio di Creta.
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