La triplice sponda. Popoli e lingue di Sicilia
Posta dalla natura al centro del Mediterraneo, ricca un tempo di foreste e di acque, dotata di grande fertilità e di un clima felice, la Sicilia è stata - negli oltre tremila anni della sua storia politica, civile, artistica e linguistica - come un fiore per le api, come una calamita, come un ponte: è difficile trovare, lungo i percorsi della civiltà, una terra che, a parità di superficie, abbia un carico di storia paragonabile - per antichità, densità e varietà - a quello dell'Isola che Diodoro Siculo ha definito «la più bella» (kalliste nesos) e che, a causa della molteplicità delle lingue che vi si sono parlate, ben merita anche l'appellativo di «Isola delle lingue». Su questa terra generosa e ospitale hanno convissuto o si sono avvicendati numerosi popoli e le loro lingue: migranti in cerca di libertà e invasori venuti per togliere la libertà, genti che hanno recato progresso e civiltà e genti che hanno prodotto, anche per lunghi secoli, sfruttamento, stagnazione e impoverimento sociale. Nella prospettiva di un perenne andamento "ondulatorio" della storia - che ora ci allieta, ora ci rattrista - il presente lavoro, condotto direttamente sulle fonti, intende offrire un rapido panorama delle vicende siciliane, dai primi contatti col mondo miceneo fino all'avvento dei Borboni (1735), anche con riguardo agli influssi che le lingue via via parlate nell'Isola hanno avuto sul dialetto siciliano. Di tale lavoro questo volume costituisce la prima parte.
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