Collezionismo e politica culturale nella Calabria vicereale borbonica e postunitaria
Nel volume, nato da un progetto di ricerca sostenuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che ha coinvolto studiosi di diversa formazione - storici, archeologi, storici dell'arte, architetti, antropologi, linguisti -, per la prima volta si affronta in modo sistematico il variegato mondo del collezionismo in Calabria, argomento finora in gran parte negletto dalla storiografia. Lo studio del collezionismo è considerato non come mera ricostruzione di un insieme o puntuale riscontro dei passaggi di proprietà delle opere d'arte, ma come fenomeno dalle molteplici implicazioni: vengono presi in esame, ad esempio, la funzione della collezione, la "politica culturale" del collezionista, le forme del mecenatismo, l'identità familiare, individuale civica e sociale che veniva rispecchiata attraverso gli oggetti posseduti. Seguendo l'impostazione che la curatrice ha già sperimentato, con importanti esiti, in altri precedenti studi, il collezionismo è stato considerato in modo innovativo per la Calabria, allargando gli orizzonti di studio alle aree con cui la regione ha avuto storicamente i più stretti legami ovvero non solo Napoli, ma anche Roma, Genova e la Spagna. La copiosa documentazione inedita, che si pubblica, ha permesso di fare luce su realtà artistiche e culturali di cui finora si era all'oscuro persino dell'esistenza.
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