Napoleone entra a New York. Chaim Koppelman e l'Imperatore. Opere 1957-2007. Ediz. italiana e inglese
Aveva nove anni Chaim Koppelman quando, per la prima volta, tratteggiò il profilo di Napoleone sul suo libro di geografia. Non un ritratto voluto, né ricercato, semplicemente il disegno di un bambino - talentuoso - che ferma sulla carta ciò che lo incuriosisce o colpisce, senza porsi troppe domande. Quell'appunto distratto è rimasto lì, apparentemente dimenticato, nella frenesia di una vita, anche artistica, che aveva velocemente cominciato a delineare il suo corso. Come tutte le passioni, però, quel profilo, nel tempo, ha fatto maturare sotterranee riflessioni, portando poi alla luce e nell'arte di Koppelman nuovi stimoli e lavori. E perfino un "nuovo" Napoleone, liberato dal suo essere concreto personaggio storico per diventare icona e simbolo addirittura dell'inconscio collettivo. E, forse, più ancora, realizzazione in carne ed ossa delle battaglie che portano alla costruzione dell'armonia. Koppelman punta, infatti, l'attenzione sul Napoleone che è in ognuno di noi. "La bellezza è sempre unione di opposti - era il manifesto del Realismo Estetico di Eli Siegel, corrente cui Koppelman aderì negli anni Quaranta - e unire gli opposti è quel che cerchiamo di realizzare in noi stessi". Ecco l'intimo desiderio di Napoleone: portare la democrazia affermando però la propria autorità. Ed ecco l'intimo desiderio del Napoleone interiore: affermare il "noi", mettendo in mostra l'"io". Dal desiderio di illustrare questa scoperta, prende le mosse la ricerca di Koppelman...
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