Verso una geo-architettura
Il globo, terra senza cielo, con la sua diametralità chiusa e definita rischia di diventare un'inabitabile prigione. Parlare di Geo-Architettura in un mondo come quello in cui viviamo, in cui la globalizzazione è stata interpretata in senso aridamente economico come un continuo viaggiare di merci in un mercato senza regole, e l'architettura si è limitata a magnificare lo spreco, erigendo spesso monumenti alla solitaria superbia degli architetti, vuol dire mettere in chiaro cosa si deve smettere di fare e come si può arrivare a definire un metodo per realizzare una architettura degna della sua storia, capace di migliore la vita degli uomini. Un'architettura, in grado di ridurre il conflitto che contrappone gli interessi della società tecnologica ai ritmi e alle esigenze del nostro pianeta, inteso, come un organismo vivente. La Geo-Architettura, poggia sul terreno della geofilosofia, che è una filosofia dell'abitare e promette un nuovo paradigma, un ripensamento dei saperi e dei loro rapporti attribuendo un valore nuovo ai luoghi, alle regioni, agli equilibri e agli squilibri che consentono alla terra il suo respiro cosmico investendo con forza il territorio dell'architettura. La Geo-Architettura, pur riassumendo esigenze profondamente sentite da molti, ancora non esiste.
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