Lo statuto del castello di Campagnano del secolo XIII
Poco prima dell'autunno del 1270, il potente cardinale Riccardo Annibaldi era divenuto signore di Campagnano; gli abitanti gli avevano concesso il castello con il suo territorio, tutti i loro diritti e tutte le loro proprietà , divenendo suoi vassalli. Compiuti gli atti formali che sancivano tutto questo, si procedette a stilare le regole sulle quali si sarebbero dovuti basare i rapporti tra il nuovo signore e i campagnanesi. Nel corso delle prime due settimane del mese di ottobre di quell'anno, gli accordi stabiliti in via preliminare tra il cardinale Annibaldi e i campagnanesi, allorquando questi ultimi avevano accettato la dominazione del porporato, furono sottoposti a revisione e rinegoziazione ad opera di due rappresentanti designati dalle parti, Angelo di Pancrazio, per i campagnanesi, e, per il cardinale, suo nipote Riccardo Annibaldi, notaio apostolico. Non sembra vi siano dubbi sul fatto che Campagnano prima di allora avesse goduto di una piena autonomia comunale e che la vita collettiva fosse regolata da un testo statutario, per l'epoca, ben articolato. Questo testo costituì la base del nuovo ordinamento castellano, privato però di tutti i riferimenti alla struttura politica, amministrativa e giudiziaria antecedente e integrato con nuove disposizioni attinenti alle prerogative del nuovo regime signorile.
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