I monti di pietà fra teoria e prassi. Quattro casi esemplari: Urbino, Cremona, Rovigo e Messina
Quattro giovani studiose, Giulietta Gheller, Adelaide Ricci, Marida Corbo e Maria Siciliano, ci consegnano, nei saggi raccolti in questa silloge, le vicende di quattro Monti di pietà: Urbino, Cremona, Rovigo e Messina. Si tratta di casi assai diversi fra loro per cronologia e geografia, tuttavia proprio la singolarità dei percorsi fa meglio risaltare la matrice comune. La multiformità degli esiti è stata una caratteristica propria ab origine dei Monti, il segno della loro capacità di adattarsi ai lineamenti di ogni centro urbano, e insieme la garanzia della plurisecolare vitalità dell'istituzione. Utilizzando tipologie documentarie differenti le autrici dialogano e si confrontano sui temi centrali della lunga e originale vicenda dei Monti pii: l'analisi delle regole e delle modalità di funzionamento; l'evoluzione gestionale e la costante difficoltà a riconciliare gli ideali ispiratori alla vischiosità delle pratiche; le relazioni con le autorità di governo locale; i difficili rapporti con i banchi ebraici; l'esigenza di coniugare leggi di mercato e principi solidaristici. Non meno importante è il tema degli edifici destinati ad ospitare l'attività dei Monti che non avevano solo valenze funzionali ma riflettevano il favore e il prestigio acquisito dai Monti nei diversi contesti urbani.
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