La rabbia di Michele
La corda era lì, penzolante davanti a lui, pronta per stringersi alla gola. In piedi, sul letto che era stato dei nonni materni, col ritratto del Cristo sofferente sullo sfondo che, come da bambino, gli dava la sensazione di seguirlo con lo sguardo, sereno in volto e coi suoi preziosi appunti poggiati sul tavolo. Tutto era pronto affinché Michele sacrificasse il fiore dei suoi trentatré anni, preso da una strana euforia e un senso di liberazione più forte di qualsiasi rimpianto o ripensamento. Poi, all'improvviso, lo squillo del telefonino, che aveva portato con sé solo per una forma d'abitudine consolidatasi nel tempo, quando ormai non doveva più servigli... Riproduzione a richiesta.
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