Voglio ancora un po' d'estate
Mark viveva in America, ma era italiano nel cuore. E pensava che un giorno o l'altro sarebbe tornato dalla zia, in paese, che era sola e vecchia. Poi morì suo padre, il fratello di lei, e credette che fosse il momento giusto, appena finiti i diciotto anni, la maggiore età, per viaggiare solo. I nuovi compagni di scuola lo accolsero bene, per le sue dimostrazioni di forza, come quando lanciò il pallone fino al tetto della palestra, a rompere i vetri della copertura. Però ci pensò il professor Riccardo a portare una certa luce in classe, con la sua passione per internet e l'organizzazione, via rete, di uno scambio culturale con una scuola finlandese. Quando furono scelti i tre migliori alunni: Marco, così ribattezzato, Donato e Claretta, per passare un mese a Nokia. E lì nacquero amicizie e presunti amori con le bionde ragazze del nord, grazie alla vivacità degli italiani e alla bellezza di quelle terre lontane. Quando ci furono cenette, avventure, scampagnate e oltre. Tutto ciò che animava le menti degli adolescenti, quali erano tutti, tranne Marco, l'istitutore della compagnia. Lui adulto. Il mese prescritto della durata divenne più del triplo, a causa d'incidenti di percorso che ognuno patì. Rimediabili, e meno male. Poi scesero le scandinave, l'anno successivo, a rallegrare la vita di paese. E ci fu altra gioia. Infine nostalgia, salutata dall'affettuosa mano di Claretta, in fondo alla storia. Quando l'estate diventa una stagione spensierata della vita stessa.