Ritorno all'Algeria

Ritorno all'Algeria

Morvandiau ha tredici anni quando il padre, per festeggiare il 25mo anniversario di matrimonio, organizza un viaggio con la famiglia in Algeria, dove è nato e cresciuto. Da quella prima volta in un paese che non conosce, che è stato colonia francese, e della cui storia allora ignorava tutto, prende avvio il viaggio di scoperta che da lì a qualche anno segnerà una svolta anche nel suo percorso creativo. Ha vent’anni, infatti, e ha cominciato a disegnare fumetti e fanzine satiriche, quando in casa arriva la notizia che Jean, lo zio materno missionario dei Padri bianchi in Cabilia, è stato assassinato a Tizi-Ouzou. «Che nesso c’è tra mio padre e Jean (…)? Il primo è nato in Algeria, il secondo ci è morto», dice in un’intervista Morvandiau, tracciando i confini, non solo geografici, del viaggio a ritroso che ci racconta in questa sua straordinaria inchiesta a fumetti. Qui le storie familiari incrociano la Storia: la brutale colonizzazione dell’Algeria, il travaglio della guerra d’indipendenza, i traumi del ‘decennio nero’, fino ad arrivare all’attentato a Charlie hebdo, all’inasprimento delle politiche securitarie in Francia e alle manifestazioni di protesta in Algeria del 2019. Documentato come un libro di storia, Ritorno all’Algeria ricostruisce memorie per tradurre domande, sentimenti, inquietudini. Interrogare il passato – sembra dirci – è come tornare dove non siamo mai stati e cercare di capire dove siamo.
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