Il gioco dell'oblio
In seguito alla morte della madre, un giornalista di mezz'età ripensa a persone e luoghi che hanno influito sulla sua vita e determinato la sua personalità. Un viaggio a ritroso nella memoria intima e collettiva, in cui la formazione del protagonista, il confronto generazionale e le trasformazioni sociali e politiche del Marocco moderno emergono in un intreccio a spirale. L'immaginario dorato dell'infanzia, della famiglia e della città natale Fès, simbolo della tradizione marocchina, evocato nei primi capitoli, lascia il campo alle considerazioni sugli anni della maturità, sugli amori, sulle disillusioni politiche, sulla "ruggine" della normalità. Come riflessi da un prisma, i personaggi, i luoghi e i tempi restituiscono le mille sfaccettature che ne caratterizzano la molteplice unità. La trama si articola in una composita polifonia di voci, punti di vista, lingue, che Barrada ordisce ricorrendo a ironici artifici metanarrativi per sperimentare una complessa e innovativa forma del raccontare. In quest'intensa riflessione, il piano della vita si salda con quello della letteratura, coinvolgendo il lettore in un'attiva decifrazione del romanzo.
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