Una pergamena pisana del Trecento. «Falso d'autore», fra invenzione teatrale e storia
La Pergamena della Pia casa di Misericordia è una testimonianza rara, per certi aspetti unica, nell'ambito della falsificazione di documenti. Elaborata per collocare l'origine di un'associazione benefica nell'epoca gloriosa della Pisa repubblica marinara cioè nei secoli XI-XII, appartiene invece al Trecento, ovvero un'epoca in cui il fenomeno della falsificazione, pur già affermato, non presentava quei caratteri di peculiare finezza che si riscontrano nel manufatto pisano. L'iniziativa di dodici cittadini pisani, che avrebbero offerto altrettanti contributi destinati a compiti assistenziali, è celebrata con una immagine ben articolata, nella quale sono presenti i soci, gli amministratori del patrimonio, i testimoni, il notaio redattore dell'atto di fondazione, riuniti in gruppi attorno alla immagine di una grandiosa Trinità, sotto il cui patrocinio è posta l'associazione: un sole sfavillante, esplicito emblema cristologico, i quattro simboli degli Evangelisti, e una catena di serafini evocano il momento dell'offerta attraverso una vivace gamma cromatica dove il rosso è dominante. Il compito di evocare e valorizzare l'evento fu affidato a un maestro, che, con l'ausilio di una bottega assai attiva, intervenne in vari luoghi della città, ovvero Francesco Traini, impegnato fra l'altro, in connessione con Buffalmacco, nei potenti dipinti murali del Camposanto. Un'affascinante rete di relazioni stilistiche e morfologiche sottolinea i dettagli della pergamena con la produzione del Traini pittore e miniatore, protagonista di una recente e positiva opera di valorizzazione.
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