L'«ingiustizia del danno» in una relazione qualificata. Per un nuovo confine tra le due specie di responsabilità

L'«ingiustizia del danno» in una relazione qualificata. Per un nuovo confine tra le due specie di responsabilità

L'autore si è prefisso di raggiungere gradatamente più obiettivi. Anzitutto, sono state individuate le perduranti differenze tra responsabilità da fatto illecito e responsabilità da inadempimento. È stata evidenziata, poi, l'inadeguatezza della categoria degli "obblighi di protezione" e di quelle sue declinazioni che consentono di estendere il regime della responsabilità contrattuale oltre il suo normale àmbito di applicazione. Infine, è stato suggerito di superare il tradizionale criterio distintivo tra le due specie di responsabilità civile, incentrato sulla preesistenza o meno di un rapporto obbligatorio, allo scopo di elaborare un modello teorico - alternativo al "contratto con effetti protettivi in favore di terzi" e alla "responsabilità da contatto sociale qualificato" - fondato sulla valorizzazione secondo buona fede oggettiva della preesistenza, questa volta, di un rapporto giuridico anche non obbligatorio. L'innovativo modello così proposto, denominato "responsabilità da ingiustizia in una relazione qualificata", soddisfa alcune esigenze equitative comunemente avvertite, ma non dovrebbe incorrere nelle critiche rivolte ai modelli già conosciuti e sperimentati.
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