Sui progessi della filosofia. Predisposto per il concorso della Reale Accademia di Berlino per l'anno 1792: «Quali progressi ha compiuto la metafisica dei tempi di Leibniz e Wolff?»
Salomon Maimon scrisse quest'opera con la medesima sussultoria frenesia che contraddistinse la sua vita. Sulla sfondo di un serrato confronto con il pensiero di Leibniz, egli vi compendia la propria critica alla filosofia kantiana ed al suo tentativo di riportare alle forme trascendentali del pensiero tutti i particolari oggetti dell'esperienza. Oscillando fra dogmatismo razionale e scetticismo empirico, Maimon affronta qui il problema della relazione fra soggetto e oggetto, collegato a quello della "cosa in sé", e più in generale della congiunzione fra il sensibile e le categorie. Il rimprovero mosso a Kant nel "Versuch über die Transzendentalphilosophie" (1790) di aver creduto che fosse il concetto a determinare attraverso se stesso il proprio oggetto, si precisa in queste pagine facendo espresso richiamo alla necessità di accordare il pensiero con gli atti dell'immaginazione produttiva, gettando così le basi per una possibile "logica dell'immaginazione".
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