Il principe, la città, l'acqua. L'acquedotto mediceo di Pisa
Ancora oggi dal Monte Pisano fino alla porta cittadina di Piazza delle Gondole in Pisa si snodano, pur fra interruzioni stradali e strutture pericolanti, le arcate dell'acquedotto voluto e realizzato dal granduca Ferdinando di Cosimo de' Medici fra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Gli autori di questo volume hanno esaminato questa imponente struttura materiale, che per secoli ha segnato in misura rilevante il territorio e le condizioni di vita dei pisani, secondo una pluralità di punti di vista. La sua collocazione nel più ampio contesto della politica istituzionale, economica e urbanistica della dinastia medicea nella "provincia" del Valdarno Inferiore, che da parte dei sovrani fu oggetto di una tensione innovatrice dalle molte sfaccettature; i suoi precedenti in epoca romana e nel corso del Medioevo; la sua progettazione e la sua realizzazione come parte di una strategia politica all'insegna del "buon governo", ma anche come operazione tecnologica; l'attenzione delle istituzioni governative, come l'Ufficio dei Fiumi e Fossi, e locali, come il Comune pisano, interessate alla persistenza della sua presenza e al suo mantenimento funzionale nel tempo; l'impianto di una complessa rete di condutture e di fontane nel contesto cittadino per l'uso pubblico dell'acqua; l'innesto in questo sistema pubblico di un ulteriore reticolo di fontane private, pur nella compresenza di pozzi.
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