«Strano e fatale mito». Il Cigno di Baudelaire a fronte della tradizione platonica

«Strano e fatale mito». Il Cigno di Baudelaire a fronte della tradizione platonica

La ricerca di una filosofia che al fine di migliorare la vita umana voglia intendere le diverse forme del sapere e la complessità dei fili che legano i destini individuali alle vicende della storia ha portato l'autore al Cigno, al pensiero che il poeta rivolge a "chi ha perduto ciò che mai più si trova, mai più!". Dall'analisi emerge un rapporto significativo con la tradizione platonica: se vi è opposizione fra l'alto concetto che Baudelaire aveva della poesia e la critica di Platone ai poeti, se egli è critico del platonismo del suo secolo e implicita è la polemica con il platonismo nella figura del cigno, tuttavia in rapporto con la tradizione platonica, certo non solo con essa, ma pure con essa, il poeta ha sviluppato la propria concezione della "condizione generatrice delle opere d'arte, ossia l'amore esclusivo del Bello", per la quale "il principio della poesia è, rigorosamente e semplicemente, l'aspirazione umana a una Bellezza superiore".
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