Rivista di storia dell'educazione (2014). 1.
Che la memoria delle esperienze educative non sia confutabile nello scrigno delle teorie pedagogiche ma che essa si dipani nella materialità della realtà quotidiana, fatta di spazi aperti e chiusi, urbani e rurali, scolastici e domestici, elitari e popolari, è il presupposto da cui muovono i contributi che presentiamo in questa sezione monografica della rivista. Che decifrare la storia dei luoghi dell'educazione - abitati da individui dotati di corporeità e differenze di età, di classe e di genere - necessiti di teorie interpretative capaci di catturarne i molti significati è una dimensione ineludibile, presente in tutti i contributi. Il concreto è decodificabile solo a partire da astrazioni determinate, come ha messo in evidenza la grande lezione delle Annales che ha consentito di ridisegnare il senso stesso della storia a partire dalla materialità e dalla quotidianità del passato, dove si snodano mentalità, credenze e dispositivi del potere. Lo ha argomentato magistralmente Michel Foucault e lo mostra in modo incisivo il recente volume di Michelle Perrot, "Storia delle camere", tr. it. (Palermo, Sellerio, 2011). Le figure sottratte all'oblio di una storia solo politica abitano luoghi dove le loro esistenze assumono concretezza e corporeità.
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