Il giorno che morì Stalin
Sullo sfondo di un piovoso pomeriggio londinese, una giovane donna, scrittrice e simpatizzante comunista, apprende dai quotidiani la notizia dell'imminente morte di Stalin mentre sta accompagnando la zia e la cugina a un disastroso appuntamento dal fotografo. Scandiscono una giornata apparentemente banale la figura di un tassista, di un giornalaio e di vari militanti comunisti che compongono un variegato quanto marginale "milieu" umano. Il racconto appartiene al primo periodo realista di Lessing, caratterizzato da una prosa inquieta e percorso da un tono di satira sociale, ma anticipa anche quell'amara disillusione nei confronti dell'impegno politico, che esploderà solo pochi anni dopo nella "sezione rossa" del "Taccuino d'oro".
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