La nobiltà civica senese nel settecento delle riforme
Il volume si colloca nell'ambito di ricerche, per la maggior parte condotte su fonti archivistiche, volte a ricostruire i lineamenti storico-istituzionali dei ceti dirigenti toscani nell'età moderna. L'indagine prende le mosse dal concetto di nobiltà civica e da un rapido esame di alcune dottrine giuridiche che ne costituiscono il supporto (Bartolo da Sassoferrato, Bartolomeo Cipolla, Pompeo Neri), per poi affrontarne genesi e sviluppi in un ambiente particolarmente significativo, quello della città di Siena, dove il filologo ed erudito Celso Cittadini ebbe a tratteggiare la figura, destinata a un grande successo, della "nobiltà condizionata". Viene illustrato il nesso tra la "cittadinanza di reggimento", di remota estrazione medioevale, e l'emergere della nuova coscienza nobiliare. I privilegi del ceto aristocratico, animato da nostalgici sentimenti "repubblicani", trovarono dapprima una pacifica, e anche proficua, collocazione nell'ambito degli istituti di governo propri dell'età medicea. Gli equilibri cominciarono però a incrinarsi col regime, tendenzialmente "illuminato", della Reggenza lorenese, alla quale si ascrivono, fra l'altro, due importanti indagini dell'anno 1743, la prima relativa alle "maisons nobles" e ai singoli individui che le componevano, la seconda ai "magistrats", alla loro "jurisdiction" e ai loro "ministres". Ne scaturisce un quadro di grande vivacità e interesse.
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