Costa Concordia. L'altro volto della verità
Cosa ci fanno un filosofo, un economista, un giornalista e un ingegnere a riflettere insieme sul naufragio di una delle più grandi navi da crociera del mondo? Ci segnalano che esiste una verità molto più complessa di quella distribuita dai media fin dalle ore immediatamente successive alla tragedia e che non può essere ridotta al solito ritornello "Fu-tut-ta-col-pa-di-Schet-ti-no". Così, con chiavi di lettura diverse e inquadrando l'evento nel più ampio fenomeno del crocierismo, gli autori ci invitano a riflettere. Infatti, ciò che è avvenuto davanti all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012 non può essere ricondotto soltanto all'errore umano, né ridotto a mero fatto tecnico. Esistono molti altri aspetti - simbolici, culturali, economici - che entrano in gioco: sono fondamentali per inquadrare il problema e per spiegare gli esiti di un'indagine che, a una parte dei naufraghi, sembra essersi sviluppata in una sola direzione. Diversamente, senza un punto di vista del genere, troveremmo ancora del tutto normale che una nave come il Titanic si lanciasse a tutta velocità di notte in un mare pieno di iceberg con due soli marinai infreddoliti a fare da vedetta.
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