Deduzione generale del processo dinamico

Deduzione generale del processo dinamico

Uscita nel 1800, la "Deduzione generale del processo dinamico" ambisce a esporre dal punto di vista della filosofia della natura quel che nel contemporaneo Sistema dell'idealismo trascendentale viene invece dispiegato dal punto di vista trascendentale. Mentre in quest'ultimo, in particolare nel contesto della trattazione della prima epoca dell'autocoscienza, Schelling si concentra sui primi tre atti dell'Io - il quale, costruendo la materia, costruisce se stesso -, nella "Deduzione generale del processo dinamico" egli affigge lo sguardo sui tre corrispondenti atti della natura, e cioè, sui tre momenti logici che la materia attraversa nel suo costituirsi come spazio riempito in modo tridimensionale e sui più elevati processi che ne scandiscono la ricostruzione. In questo modo la natura è colta nel suo farsi, dunque come produttività infinita che instancabilmente riproduce il proprio produrre, fino a raggiungere quel compiuto riflesso mediante cui essa ritorna nella propria infinità. La traduzione integrale della "Deduzione generale del processo dinamico" è stata condotta sul testo dell'edizione critica delle opere di Schelling curata dall'Accademia delle Scienze di Monaco.
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