Rotte atlantiche dell'architettura italiana. Il nordeste al tempo dell'egemonia dello zucchero brasiliano (1549-1676)
Con la descrizione delle coste brasiliane Amerigo Vespucci diede vita alla percezione di quella terra come un nuovo Eden. L'idea del giardino della Grazia corre sotto traccia nei due differenti modelli di colonizzazione sperimentati nella fase caratterizzata dall'egemonia mondiale della produzione di zucchero del Nordeste. Gli ordini religiosi da un lato e, dall'altro, un politico di genio e di cultura umanista come il principe Johan Maurits van Nassau-Siegen, introdussero in quelle regioni qualità architettoniche consustanziali ad un'intima sacralità dei luoghi. Il Brasile è oggi un'immensa realtà sub-continentale, assai articolata e composita, lanciata in uno sviluppo economico vertiginoso che la induce verso un'orgogliosa rivendicazione di autonomia dalle proprie radici coloniali. Eppure non possono essere posti in discussione i legami con la cultura europea: ciò è testimoniato soprattutto nell'architettura, ove è possibile recuperare molteplici apporti, non casuali ed effimeri né estrinseci, provenienti dall'ambiente artistico toscoromano e da quello veneziano. Le architetture costruite nella lunga e travagliata età dello zucchero offrono, pertanto, non solo numerose testimonianze di notevole valore estetico ma anche preziosi documenti storici per la ricostruzione dei canali di diffusione della cultura delle diverse scuole italiane d'architettura nei paesi europei e, successivamente, nei loro rispettivi domini d'oltremare.
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