Percezione musicale e riflessione filosofica. La fenomenologia della musica di Roman Ingarden
Percezione musicale e riflessione filosofica si contrappongono come due poli nell'ascolto delle opere musicali quando quest'ultimo trascende il puro atto del sentire e si trasforma in comprensione del fenomeno. L'intreccio dei due momenti fondamentali dell'ascolto conduce l'autore sia a una analisi storiografica de "L'opera musicale" del fenomenologo polacco Roman Ingarden (1893-1970) che a uno studio sistematico dell'universo musicale. I capitoli centrali del libro di Schutze trattano i problemi della percezione musicale come il tempo, il movimento, lo spazio e le emozioni, problemi accuratamente contestualizzati nell'ambiente della cultura tedesca degli anni Venti del secolo scorso. La prospettiva filosofica di Ingarden si rivela una critica radicale delle nostre sensazioni attraverso riflessioni che intendono recuperare il senso puramente musicale di questi fenomeni, spesso fraintesi da pregiudizi psicologici o naturalistici. Inoltre Ingarden si è occupato del concetto della Gestalt per considerare l'unità e la struttura complessiva delle opere musicali. Poi l'autore esplora l'estetica dei valori nell'impostazione scettica del filosofo polacco per arrivare a una meno evanescente rivelazione del senso dell'ascolto. La conclusione critica del libro intende riflettere in termini ermeneutici sulle presupposizioni della posizione di Ingarden e della fenomenologia per finire con un abbozzo di un atteggiamento eclettico tra fenomenologia ed ermeneutica.
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