Lo spettro di Lampedusa
«Bisogna sempre lasciare gli altri nei loro errori»: beffardo e implacato, lo spettro del principe di Lampedusa si aggira tra i saloni, gli appartamenti privati, le soffitte, le scuderie del labirintico palazzo della letteratura in cui Giuseppe Tomasi, prima lungamente da lettore, poi da scrittore per una breve stagione, spese gli anni della sua vita mortale. I modi eleganti, cortesi e impenetrabili di quello spettro vanificano da più di quaranta anni gliesorcismi di coloro che hanno provato a renderne innocua l'espressione, coprendo i suoi sussurri coi loro strilli. Nunzio La Fauci si è inoltrato silenzioso in quel palazzo e si è mosso incontro a Lampedusa con cautela. Ne ha ascoltato così la voce fioca e le ragioni sommesse: parole che non si possono dire senza rabbrividire.
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