Benedetta Beatrice. Nomi femminili e destini letterari
Laura è qui per rivelare che la sua progressiva sparizione nel Canzoniere nasconde un problema molto serio per il Petrarca. Lucrezia Borgia compie un passo avanti, entra nel Novecento e oltre: che cosa accade al suo nome sulla soglia del nuovo Millennio? La cultura dei nostri tempi la riconsegna all'esecrato cognome, facendosi beffe dei documenti storici. Riemerge dalle muffe petrarchiste anche Vittoria Colonna, al centro della riflessione teologica e della scrittura femminile del suo tempo, le cui Rime celano un animo più dantesco che petrarchesco. La presenza ingombrante per tutti è quella di un nome e di un personaggio: ancora e sempre Beatrice. Perfino il Futurismo, nelle opere di Marinetti, sottende un filo dantesco, unica tradizione alla quale non ci si può sottrarre, neppure facendo scoppiare le bombe dell'avanguardia. La rivelazione è nel nome di Benedetta, nelle poesie d'amore scritte da Marinetti solo per la moglie. Nomi femminili, destini letterari: nella letteratura odierna una sola tipologia si oppone, travolgendo tutto in radicale sovversione: la poesia visiva. La dispersione delle lettere e della "lettera" cancella anche i nomi, in un vorticare di segni che tutto scompone e riduce a grado zero della scrittura. Forse in questo si può intravedere un segno di riscatto, un passaggio nel quale le donne desiderano far dimenticare di essere, o di essere state, portatrici della funzione Beatrice.
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