L' identità consumata
La modernità ha nelle sue premesse la fiducia nel governo del futuro e dei rischi. L'identità appare frutto di una scelta più che un dato immodificabile. Oggi tuttavia assistiamo ad una esasperazione delle dimensioni oppositive e imposte delle identità, che si contrappongono con una grammatica che mima la guerra. Anche le logiche con cui si "combatte" la cellulite, l'obesità, o si gioca (le narrative dei videogame) richiamano alla mente la difesa dei confini, i nemici in agguato, visibili o invisibili, presunti o reali, gli attacchi preventivi. Il denaro, il consumo, la tecnologia, il diritto si affermano come forme di liberazione dell'uomo ma lo rendono schiavo. Il consumo è vissuto come una forma di espressione e di costruzione del sé, di cittadinanza, di riconoscimento sociale, riscatto e integrazione. Ma le oasi del consumo spesso sostituiscono la realtà e impediscono l'attivazione dei soggetti che consumano la propria esistenza in riserve più o meno protette, più o meno reali. Le identità presenti sono consumate perché non si ha fiducia nel futuro o perché il tempo presente è sospeso nella speranza di affermarsi. La vita privata, la formazione di una famiglia, l'ingresso nel mondo del lavoro sono indefinitamente posticipati in attesa di una collocazione sociale migliore.
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