Trauma e relazioni traumatiche. Riflessioni teoriche e prospettive psicoanalitiche
Il concetto di trauma attraversa e fonda tutta la teorizzazione psicoanalitica fin dalle sue origini, da quando nell'autunno del 1885 Sigmund Freud arriva a Parigi, alla clinica per malattie nervose e mentali La Salpetrière, per avvicinare le scoperte del dr. Charcot nella cura dell'isteria. Da allora sono passati molti anni, ma a partire dalla prima intuizione di Freud sull'origine traumatica del disturbo isterico, il trauma e le sue espressioni sono stati al centro del pensiero e della pratica psicoanalitica. Da Freud a Ferenczi, da Balint a Khan per giungere a Racamier e Van der Kolk e arrivare fino ai contributi delle moderne neuroscienze, oggi sappiamo che i traumi giocano un ruolo rilevante nello sviluppo di gravi disturbi psicologici. Spesso i pazienti cosiddetti "difficili", vale a dire con disturbi narcisisti, psicotici e borderline, hanno nella loro biografia episodi di violenza, maltrattamento e abuso. Così parliamo di trauma, o meglio, di relazioni traumatiche. Per l'analista si tratta di accettare di riportare coraggiosamente alla luce e recuperare i resti danneggiati del Sé del paziente, sapendo che questo lavoro di recupero è, di per sé, altrettanto traumatico.
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