Estetica e teoria della storiografia. Studio sulla prima filosofia di Benedetto Croce (1893-1900)
La filosofia del giovane Croce è fondata sulla tesi del carattere artistico della storiografia. Il libro offre un'attenta analisi delle implicazioni gnoseologiche e, generalmente, filosofiche di questa posizione, collocandola in un più ampio scenario europeo. Il nesso arte-storiografia è il risultato della 'frequentazione' giovanile, da parte di Croce, della filosofia tedesca non hegeliana dell'Ottocento: Wilhelm von Humboldt e Lazarus, Dilthey e Simmel, ma, anche, la linea neokantiana tracciata da Windelband. Da queste fonti tedesche, ciascuna 'interrogata' da un'angolatura specifica, Croce recupera il senso dell'autonomia della conoscenza storiografica e della sua irriducibilità ad elaborazioni di carattere logico-concettuale. Tema essenziale, non solo perché all'origine del costante dissenso di Croce dalla filosofia della storia speculativa, ma anche perché strettamente correlato ad un altro, fondamentale, tema di cui il giovane Croce si appropria grazie allo studio di Vico e De Sanctis: l'autonomia teoretica dell'estetica. Componendo la linea italica con quella tedesca Croce giunge così ad elaborare un interessante quadro filosofico che, seppur nei suoi punti cruciali sarà messo in discussione negli anni della maturità, non può tuttavia essere inteso come acerbo ed episodico 'esperimento' teoretico: piuttosto segreta sorgente a cui va ascritta la ragione della mai raggiunta ortodossia hegeliana di Croce.
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