Marketing, comunicazione e relazioni pubbliche per gli studi professionali. Crescere tra etica e competizione
Chi non comunica è fuori gioco. Il "decreto Bersani" (legge 248 del 4 agosto 2006) ha riproposto come attuale il tema del marketing, della pubblicità e delle relazioni pubbliche per gli studi professionali. Ma è proprio la pubblicità lo strumento più adatto e coerente per comunicare le professioni? Siamo certi che non vi sia alcuna differenza tra comunicare un prodotto di largo consumo (un detersivo, una merendina) e comunicare un servizio intellettuale ad alto contenuto di conoscenza? Gli autori sono convinti del contrario e nel libro si propongono di chiarirne le differenze e le specificità . Il marketing (cui sono dedicati i primi due capitoli) non è una pratica sconveniente, non è uno stratagemma per professionisti in crisi, è un modo di stare sul mercato e di rispondere alle esigenze dei clienti. La credibilità e la reputazione (più dell'immagine) fanno parte degli obiettivi di comunicazione e le relazionali pubbliche (nella seconda parte) hanno il delicato compito di costruire la fiducia necessaria tra clienti e lo studio. Per relazionarsi positivamente con i clienti, per esercitare meglio la propria attività e per competere in modo etico e responsabile in un mercato sempre più veloce e globale, il professionista dovrà apprendere nuove abilità comunicative (nella terza parte): scrivere in maniera efficace, parlare in pubblico, saper ascoltare, organizzare una riunione efficace, negoziare e gestire un conflitto.