I nuovi dandies
La figura del dandy tradizionale non è tramontata o sparita: ha solo cambiato pelle, anzi abiti. L'accuratezza vestimentaria di un Lord Brummell ostentata fino all'esasperazione dei particolari e al dispendio economico, per lussi forse considerati inutili ma essenziali per un dandy, non è meno ricercata e puntigliosa del ricercato abbigliamento di un neo-punk, di un metallaro doc, di un appassionato portatore di tatuaggi o piercing. La ricerca di una perfezione estetica e corporea, che certo si è mutata in nuovi canoni, è la premessa che ha dato luogo al convegno "I nuovi dandies", tenutosi a Roma e di cui questo volume vuole dare conto, riportando forse non tutte le relazioni ma certamente le più significative, che cercano di rileggere quella che è sempre stata considerata una figura tipicamente letteraria, un archetipo incarnatosi in alcuni personaggi mitici, una forma di paradosso simbolico che ha rappresentato e rappresenta a tutt'oggi una visione esclusiva e personale del vivere in società, la rappresentazione di un sé che deve essere gradito dagli altri ma prima di tutto dal soggetto stesso. Una sorta di "interazionismo simbolico" fra nuovi e vecchi dandies che ancora vivono e sopravvivono e che anzi si nutrono della linfa vitale della post-modernità.
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