Arte o spettacolo? Fruitori, utenti, attori
In un mondo che pone enfaticamente al centro della propria natura la comunicazione, sostenere che l'arte abbia poco a che fare con essa può sembrare sovvertire un ordine e ciò costa fatica intellettuale. E per questo che la presenza dei critici, dei curatori e di altri attori accanto agli artisti è data per scontata, spesso invocata, proprio per la loro presunta capacità di restituire una semantica condivisibile che le forme in sé non necessariamente hanno. Ecco allora che la poetica dell'artista incontra e si confonde con sensibilità diverse, che 'sveleranno', nei casi migliori, non tanto il difficile equilibrio fra il reale e l'ideale che il vero artista persegue, bensì la visione di chi interpreta. Se assumiamo che per l'artista comunicare non sia un obiettivo primario, per chi lo è? E proprio in tal senso che si aprono mille interrogativi e si possono proporre mille risposte. Non è certamente un caso che, pur partendo da livelli di osservazione differenti, gli autori concentrino la loro attenzione sul ruolo che nel contesto artistico hanno assunto la divulgazione e l'informazione pubblicitaria, avvertano l'importanza di proporre uno schema teorico sui modelli di fruizione correnti, si interroghino sul ruolo creativo delle nuove tecnologie, o, ancora, analizzino i sottili intrecci fra sistema dell'arte ed economia.
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