Belfiore. 1.I comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a Mantova del 1852-1853
La storia del Risorgimento nazionale è una storia essenzialmente di taglio ottocentesco: retorica, debordante, eroica. Essa è anche una storia elitaria, istituzionale, monarchica, tutta incentrata sul "miracolo" dell'unità. La vicenda drammatica dei "Martiri di Belfiore" non è sfuggita a questa metodologia interpretativa, come suggerisce la sua stessa definizione sedimentatasi nel tempo. Questo volume, fruendo tra l'altro del materiale disponibile presso l'Archivio di Stato di Mantova (in buona parte edito nel secondo volume del presente lavoro), rilegge il grande processo intentato nel 1852/1853 dall'Austria ai Comitati insurrezionali (mazziniani) che si erano, dopo il crollo del "'48", andati costituendosi nel Lombardo-Veneto, dal Ticino all'Isonzo. E noto che le centinaia di indagati finirono in buona parte condannati a vari anni di carcere "in ferri" e ben 9 furono impiccati contro il cielo della libertà. Belfiore, dunque, fu un sacrificio collettivo e quasi obbligato per superare lo stato d'assedio, la prassi della vita collettiva come proprietà dinastica e come sua eredità a favore di una convivenza civile a base democratica, secondo l'ottica della sovranità popolare (democrazia). La presente indagine storico-sociale scava a fondo nel processo in questione (e suoi correlati) contestualizzandolo nei suoi aspetti giuridici, politici, economici tipici della società censitaria ed amministrata dell'epoca.
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