Colloquio magistrale. La narrazione generativa

Colloquio magistrale. La narrazione generativa

Una famosa storiella ambientata nell'antichità, che Enrico Letta ha recentemente attualizzato, viene comunemente narrata come metafora della consapevolezza. Un viaggiatore che si aggira in una città medioevale chiede ad un operaio che trasporta mattoni cosa stia facendo e quello gli risponde lapalissianamente: "trasporto mattoni"; non lontano in un'altra parte della città il medesimo viandante rivolge la stessa domanda ad un altro operaio intento, anch'esso, a trasportare mattoni e riceve come risposta: "sto costruendo una Cattedrale". Orbene la parabola, come è noto, sottolinea che nel compiere la stessa umile opera si può essere investiti o no di un grande progetto futuro ed essere artefici consapevoli di qualche cosa di universale. Chi si diverte ad estrapolare sulla metafora nota che piccoli o grandi uomini hanno progetti lungimiranti e pensano o partecipano ad opere grandiose con la certezza che non ne vedranno la fine, eppure ci si dedicano per il bene comune, non solo per loro particolare interesse. Tutto questo per dire che non ci sentiamo investiti di particolari mandati scientifici o culturali e che non siamo stati chiamati alla realizzazione della Cattedrale, ma, nei panni del primo operaio, che faticosamente trasporta mattoni utili alla costruzione di una casa, di una stalla o di un pozzo, ci piacerebbe rispondere: "trasportiamo mattoni, ma proviamo a farlo a regola d'arte".
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