Letture proibite. La censura dei libri nel Regno di Napoli in età borbonica
Napoli fin dai primi del settecento venne considerata una città ove era possibile stampare e far circolare testi che altrove era impossibile produrre. Non è vero quindi, come si crede comunemente, che vi fu una censura rigida che per secoli bloccò lo sviluppo editoriale napoletano, anzi, il testo illustra chiaramente l'istituto della censura sia come affare giurisdizionale tra stato e chiesa, sia come problema politico e di controllo dell'opinione pubblica, anche alla luce della rivoluzione e della successiva restaurazione borbonica.