Prima e dopo Seattle. Il Gatt, il Wto e i paesi in via di sviluppo
Dopo la conferenza di Doha nel 2001, condizionata in gran parte dai tragici fatti dell'11 settembre, il Wto, sulla scia dei risultati ottenuti all'Uruguay Round, sembra aver ripreso il suo sfrenato cammino verso una politica improntata al liberismo e al suo allargamento a nuove aree nel mondo, incurante dello stop subito a Seattle. Sorgono pertanto pesanti dubbi sugli attori che condizionano le scelte del Wto, in particolare sulla loro gestione economico-politica nelle aree dei paesi in via di sviluppo. Il processo di liberalizzazione, che pare inarrestabile, è ora esteso ai servizi, ai diritti di proprietà intellettuale, agli investimenti, alle regole di funzionamento dei mercati, ma se da un lato vi è la necessità della logica capitalistica, dall'altro i paesi poveri paiono sempre più incapaci di gestire strutture così complesse. In questo volume l'autore, ripercorrendo la storia del Gatt/Wto dalla crisi del '29 ai giorni nostri, evidenzia come il processo di liberalizzazione degli scambi sia in realtà 'power-oriented': le economie più forti impongono ritmi, modalità e tempi di intervento, così da favorire la liberalizzazione in quei settori in cui hanno assunto un primato commerciale. Le questioni del superamento della povertà assumono di conseguenza un ruolo marginale.
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