Notizie su Argon. Gli antenati di Primo Levi da Francesco Petrarca a Cesare Lombroso
"Ci sono, nell'aria che respiriamo, i cosiddetti gas inerti..." Gas inerti? Immagine di abbandono più estrema Levi non poteva trovare, ma in "Argon" le cose si dispengono in modo diverso dal previsto sin dal principio. Levi, o meglio il chimico Levi, chiarisce che l'inerzia dei suoi antenati è da considerarsi in senso retorico. Rari in chimica, i gas come l'Argon, "l'Inoperoso", sono pieni di risorse: portano nomi dotti, di derivazione greca ("il Nuovo", "il Nascosto", "lo Straniero"). Sembrano inerti, ma non lo sono. Proprio in quell'onesta dissimulazione iniziale è racchiuso il segreto di "Argon", e in effetti, riflesse nella tavola di Mendeleev, vediamo moltiplicarsi, colorarsi e deformarsi vite filiformi sospese nel tempo e nello spazio, "antenati" goffi e patetici, ma pur sempre aristocratici, da osservare con la bonaria affettuosità con cui si osservano sovrani poveri, sussiegose ma fatue regine, principi o cavalieri decaduti. Prendendo spunto dalla Provenza di Francesco Petrarca e arrivando fino a Cesare Lombroso, passando per Monti, Jemolo, Momigliano, Bassani, Ginzburg, può essere utile dire qualcosa di più sulla storia degli ebrei usando il tono della conversazione disinteressata, consolidata prassi degli Inoperosi, lasciandoci accompagnare da una delle espressioni più belle del piccolo yiddish subalpino: 'bachalòm', "in sogno". 'Bachalòm' regola il mondo di "Argon" e ci invita a tener fede a questa norma. I libri hanno un punto conclusivo, ma nella vita vige la regola contraria. La vita va letta 'bachalòm'.
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