Una battaglia persa
«Ho tre case: la mia terra bielorussa, che è la patria di mio padre e dove ho vissuto tutta la mia vita; l’Ucraina, che è la patria di mia madre e dove sono nata; e la grande cultura russa, senza la quale non riesco a immaginarmi. Ho care tutte e tre» ha dichiarato la Aleksievič allorché le è stato conferito il Nobel per la letteratura. «Ma è difficile parlare d’amore, di questi tempi» ha aggiunto. Solo chi si era fin dall’inizio assunto il compito di «donna-orecchio» – per raccogliere dalla voce della gente semplice il «quotidiano dell’anima» – e di testimone oculare poteva esprimersi con tanta sofferta immediatezza. Ma soprattutto chi quel compito aveva svolto con audacia fino in fondo, scandagliando in libri che risuonano come cori di voci le stazioni più neglette e laceranti di una storia collettiva.
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