Bella figura
«Quello che mi interessa è osservare la musica dei comportamenti, e riprodurla» ha affermato Yasmina Reza: la quale orchestra il suo esilarante e grottesco quintetto con un senso acuto dell’ellissi e del sottaciuto, imprimendogli un ritmo impeccabile e tempi brillantissimi. Nel parcheggio di un ristorante una donna accusa l’amante, piccolo imprenditore prossimo al fallimento, di aver scelto, per la loro cenetta intima, un posto che gli è stato consigliato dalla moglie; quando finalmente decidono di andare altrove, lui, facendo manovra, investe un’anziana signora; niente di grave, tranne il fatto che l’anziana signora è lì per festeggiare il suo compleanno in compagnia del figlio e della nuora – che guarda caso è anche un’amica intima della moglie del fedifrago. Lo spunto, da commedia di boulevard, mette in moto l’inesorabile meccanismo del teatro di Yasmina Reza, il cui virtuosismo sta nel mostrare – mediante gesti minimi, battute feroci, plumbei silenzi – i patetici contorcimenti dei cinque personaggi, tutti costantemente sull’orlo di una crisi di nervi, per mantenere una parvenza di decoro: per fare, appunto, bella figura. Si ride molto, leggendo queste pagine, ma sempre sul filo di un’angoscia sottile, di un lancinante interrogativo.
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