Il filo del rasoio
Camminare sul filo del rasoio è difficile, dice il passo delle Upanishad che Somerset Maugham ha posto in epigrafe a questo romanzo, da molti considerato il suo capolavoro. In effetti, non facile si presenta l'impresa di Larry Darrell, un giovane americano traumatizzato dagli orrori della Grande Guerra che per fascino, bellezza, intelligenza sembrerebbe poter avere tutto, e che invece sceglie la via più imprevedibile: vivere, qualunque cosa questo significhi, lavorare in miniera, imbarcarsi come mozzo o partire per l'India alla ricerca dell'Illuminazione. Nulla sembra poterlo fermare, neppure l'evidente passione dell'incantevole Isabel - abituata a essere inseguita, non a inseguire -, neppure lo sguardo quasi intimidito di Maugham stesso, che qui compare fra i personaggi, lacerando così l'ultimo velo della finzione. Un azzardo che sorprende ancora oggi, così come stupisce la constatazione che in questo romanzo assolutamente contemporaneo tutti i capi d'accusa in genere usati per relegare Maugham nella letteratura di puro intrattenimento - trame troppo robuste, personaggi troppo credibili, atmosfere troppo esotiche - si trasformano, una pagina dopo l'altra, in definitive, e smaglianti, prove a discarico.