Il nostro ambiente cosmico

Il nostro ambiente cosmico

Domande che un tempo appartenevano alla speculazione filosofica - Che cosa c'era prima dell'inizio? Che cosa ha dato origine all'energia e alla materia? L'universo è infinito? - sono diventate, soprattutto negli ultimi trent'anni, oggetto di intensa ricerca, anche sperimentale. E, fra i molti risultati paradossali, c'è la consapevolezza che a simili domande potrebbero avere già risposto 'extraterrestri inclini alla riflessione'. Qualora esistessero, infatti, gli extraterrestri avrebbero in comune con noi l'ambiente cosmico: "anch'essi sarebbero fatti di atomi, e li governerebbero le stesse forze". È quel che sostiene non già un estroso visionario, ma un astronomo eminente e di indiscusso prestigio come Martin Rees. Il fatto è che le più recenti scoperte della scienza hanno rafforzato in noi il senso di appartenenza a ciò che non è terrestre: ora sappiamo che l'ossigeno e il carbonio dei nostri corpi sono stati creati entro stelle lontane, vissute e morte miliardi di anni fa. Scopriamo così, inaspettatamente, che la struttura dell'universo e le condizioni necessarie per l'esistenza, al suo interno, degli organismi viventi non sono indipendenti. Potremmo vedere in questo un disegno superiore o una semplice coincidenza. Oppure potremmo, come suggerisce Rees, considerare il nostro universo solo come uno fra tanti universi, perlopiù privi di vita, che in qualche caso presentavano un ambiente - valori delle costanti di natura, forma delle leggi fisiche - favorevole all'emergere della complessità e della coscienza: "Forse il cosmo ha qualcosa in comune con un negozio di abiti pronti dove, se la scelta è ampia, non è strano trovarne uno della nostra misura. Se il nostro universo è scelto in un multiverso, non c'è da stupirsi che le sue proprietà sembrino attentamente calibrate, ovvero conformi a un progetto". L'idea di una molteplicità dei mondi e di una vita cosmica - il sogno di Giordano Bruno - è ormai prevista da varie teorie. E quel che più conta, afferma Rees, potrebbe avere conseguenze verificabili, almeno in linea di principio. Oggi la fisica fondamentale sembra aver ritrovato il gusto della sfida e moltiplicato gli sforzi creativi in direzione di teorie sempre più fantastiche - anche se ancorate a strutture matematiche rigorose e spesso di stupefacente bellezza -, in grado di sciogliere gli ultimi nodi della conoscenza. Fra tutte primeggia la teoria delle stringhe, ma l'avventura - avverte l'Autore - è appena cominciata.
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