Anatomia dell'immagine

Anatomia dell'immagine

Molto si parla, e si è parlato, del corpo negli ultimi decenni. Ma era rimasto sinora destinato a una circolazione esoterica questo breve, eversivo, trattato di Hans Bellmer, il pittore che, insieme a Max Ernst, seppe immettere nel surrealismo una carica demoniaca che traeva le sue origini dal primo Romanticismo tedesco. Fin dagli anni Trenta, quando inventò la sua perversa Bambola - figura con la quale avrebbe intrattenuto un lungo, scandaloso rapporto di convivenza -, Bellmer fu un teorico e uno sperimentatore estremo del corpo, che rovesciava come molteplici guanti nei suoi quadri e disegni erotici, insieme algebrici e roventi. La presenza anatomica del sesso e l'"inconscio fisico" che abita in ogni corpo, i rudimenti di una metafisica del "voyeur", la capacità delle membra di trasformarsi in una serie di doppi allucinatori: sono temi e tracce di questo scritto, che a sua volta si sdoppia, con perfetta consequenzialità, in una serie di magistrali disegni, quasi a mostrarci la violenta scossa a tutta la nostra percezione che le teorie subdolamente esposte dall'autore comportano.
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