Grottesco
Sir Hugo Cola non è mai stato un filantropo. Anche quando non vegetava su una sedia a rotelle, aveva la tendenza a considerare gli esseri umani - le loro azioni, i loro moventi - meno comprensibili e meno eleganti dell'enorme scheletro di sauro che andava pazientemente ricostruendo. Ma quanto vede ora accadere nelle stanze della sua villa, nei rari momenti in cui i familiari lo costringono a fissare una parete, gli piace anche meno. E' infatti evidente che Fledge, il nuovo fascinoso, ambiguo maggiordomo, sta ordendo una sua trama assai sinistra. Ed è altrettanto evidente che di quella trama la moglie e la figlia di Sir Hugo, e lui stesso, fanno - consapevolmente? - parte. Resta poco chiaro in che modo Sir Hugo possa modificare gli eventi col "suo sguardo lucertola". Ma in questo, fare dello sguardo un'arma letale, McGrath è maestro - come dimostra anche "Grottesco", sontuoso ibrido far le atmosfere notturne della grande letteratura gotica e i ritmi fulminanti della 'black comedy'.
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