La bière du pécheur
Forse mai come in questo libro del 1953 Landolfi si è azzardato a parlare di sé stesso. E naturalmente non poteva farlo che nel modo più paradossale, alternando e mescolando la confessione da romanzo russo, la provocazione e la mistificazione. Il risultato è il magistrale ritratto di un personaggio pronto a tutto "pur di non vivere", e disposto a trovare fugaci compromessi per attraversare le lande della noia solo se aiutato dalle complici potenze delle donne e del gioco. Potenze soccorrevoli che presto si riveleranno persecutorie e riattizzeranno il desiderio di una perenne fuga. Al tempo stesso lacerante e furiosamente comico "La biere du pecheur" ci mostra Landolfi direttamente alle prese con quella cosa "preoccupante, faticosa, minacciosa" che viene chiamata "realtà".